Le vipere
1. RICONOSCIMENTO DELLE VIPERE
1.1 tipi di vipere
In Italia sono essenzialmente quattro: : la vipera comune o
aspide (Vipera aspis) diffusa nelle regioni centro meridionali fino alla
Toscana e all’appennino tosco-romagnolo, il marasso (Vipera berus), la vipera
dell'Orsini Vipera Ursinii) e la vipera dal corno (Vipera ammodytes).
Tutte velenose e pericolose per l’uomo.
1.2 aspetto esteriore e caratteristiche
Le vipere sono riconoscibili dagli altri serpenti per il
corpo tozzo (largo rispetto alla lunghezza, in particolare la coda è molto
corta e rastremata), per la colorazione poco appariscente (niente verde, giallo
o rosso) bruno rossastro-scuro, macchiato di nero, per l’andamento lento, per
la testa vagamente triangolare e a punta (negli altri serpenti ha forma di
ovulo), per le pupille degli occhi che sono schiacciate e verticali anziché
rotonde (simili a quelle dei gatti), per la presenza in bocca di due vistosi
denti veleniferi molto appuntiti; inoltre la vipera del corno, come dice lo
stesso nome, possiede in corrispondenza del naso una visibile protuberanza.
COMUNE
SERPENTE
VIPERA
La lunghezza è di norma intorno ai 60/80 cm.
Le vipere si
nutrono di piccoli animali vivi che immobilizzano e uccidono con il potente
veleno di cui sono dotate. Il veleno viene iniettato tramite due acuminati
denti scanalati; infatti, quando la vipera morde, si ha la fuoriuscita del
veleno che, percorrendo le scanalature dei denti, penetra nei tessuti
della vittima. Il veleno della vipera è pericoloso anche per l’uomo
ed in casi molto rari anche mortale. Molto dipende dalla quantità che viene
iniettata (ad es. se la vipera ha morso poco prima un topo, la sua ghiandola
velenifera sarà quasi vuota, oppure se è molto piccola, la quantità di veleno
contenuta nella ghiandola sarà ridotta), dalla zona del morso (molto pericolosi
i morsi nella zona del collo e della testa), dalle condizioni fisiche
dell’interessato e SOPRATTUTTO DALLA TEMPESTIVITÀ DELL’INTERVENTO SANITARIO.
1.3 habitat
Le vipere, come tutti i rettili, amano il calore diretto dei
raggi solari e le superfici che lo trattengono e lo rilasciano
gradualmente, nonché i luoghi dove è facile nascondersi. Posti quindi
particolarmente adatti alla presenza delle vipere sono:
- le pietraie esposte a solatio
- i muri a secco
- le fascine di legna
- i tronchi d’albero tagliati e accatastati
- le vecchie case abbandonate
- i pagliai
- le rive dei corsi d’acqua e degli stagni
Frequentano normalmente gli ambienti boscosi non folti, le praterie, i
campi, gli orti abbandonati e tutti gli ambienti tranquilli e ricchi di cibo,
dal livello del mare fino a oltre i 1.500 metri, quasi sempre sulla terra
e solo occasionalmente su alberi o cespugli molto folti.
1.4 abitudini
Le vipere sono animali pigri e si spostano solo per mangiare
(quindi raramente), preferibilmente nelle ore diurne ma anche in quelle
notturne se la temperatura lo consente, normalmente stanno quasi ferme anche
insieme ad altri soggetti; il loro cibo è composto essenzialmente da piccoli
anfibi (rane, rospi ecc.), topi e piccoli uccelli che paralizzano e uccidono
tramite il veleno di cui sono dotate.
La loro attività si svolge nei mesi di aprile-maggio fino a
ottobre-novembre, con una punta nei mesi più caldi. Sono animali rustici e
sostano preferibilmente in luoghi tranquilli e caldi; rifuggono la presenza
dell’uomo anche se, negli ultimi anni, si sono avute segnalazioni di
vipere anche in luoghi frequentati dall’uomo come orti coltivati o prati adiacenti
abitazioni; si presume che questo anomalo comportamento sia dovuto alla
massiccia presenza di cinghiali all’interno del bosco.
Le vipere mordono l’uomo solo per difesa (quando si sentono minacciate
dalla vicinanza dell’uomo). Quando possibile preferiscono scappare.
Non è vero che partoriscono sugli alberi per non essere morse dai loro
stessi viperotti (anche se occasionalmente le si trova su bassi cespugli molto
folti).
Non è vero che inseguono l’uomo anche per lunghi tratti, anzi la vipera è
un serpente lento.
2. NORME DI PREVENZIONE E REGOLE DI COMPORTAMENTO
2.1 luoghi particolarmente a rischio
I luoghi elencati al punto 1.3, sono da considerare a rischio
e pertanto deve essere presa ogni possibile precauzione.
2.2 abbigliamento
L’abbigliamento dovrebbe essere tale da coprire la maggior
parte del corpo allo scopo di ridurre la possibilità di penetrazione dei denti
della vipera; quindi maniche lunghe, pantaloni lunghi e spessi, scarponi,
calzettoni lunghi e, nei luoghi più folti, anche berretto e fazzoletto al
collo. Se poi si intendono svolgere attività come la ricerca di funghi o altri
prodotti del sottobosco, il taglio di erba o di cespugli ecc., sono
indispensabili guanti da lavoro. Durante le passeggiate o le escursioni è bene
portare un bastone che ci consenta di spostare erba cespugli ecc., per
aumentare la possibilità di vedere per tempo la vipera.
2.3 campeggio
Prima di piantare la tenda occorre bonificare per quanto
possibile il terreno; si taglieranno quindi le erbe alte, i cespugli e si farà
la massima pulizia del campo. La tenda andrà poi piantata lontano dai luoghi
particolarmente a rischio e tenuta il più possibile chiusa, per evitare
che la vipera (o altri piccoli animali e insetti) possa trovarvi rifugio.
Non devono essere lasciati all’aperto cibo, bevande ecc.; i rifiuti,
chiusi in sacchetti, dovranno essere appesi agli alberi (per poi essere portati
ai posti di raccolta) o ad altri sostegni, o meglio depositati se possibile e
al più presto in cassonetti, bidoni chiusi ecc.
Gli zaini, le giacche a vento e l’abbigliamento in genere non devono
essere lasciati per terra ma all’interno della tenda o appesi in luoghi alti
per evitare che le vipere vi trovino rifugio.
Non lasciare le porte delle auto aperte.
Controllare sempre, con cautela, l’interno di zaini e giacche a vento
prima di indossarli, soprattutto dopo una sosta durante una
escursione.
2.4 alcune regole di comportamento
Non abbiate paura di sembrare esagerati nel prendere delle
precauzioni perché prevenire è meglio che curare (e anche molto più
sicuro).
Essere sempre attenti a dove mettere mani e piedi controllando il terreno
davanti a voi.
Non sostare a riposare nei luoghi a rischio (es. non riposare appoggiati
con la schiena su muri a secco, cataste di tronchi d’albero, case diroccate,
ecc.)
In caso di arrampicate, se non è possibile vedere dove mettiamo le
mani, battere con un bastone la zona (o meglio indossare dei guanti).
Dovendo entrare, camminare o sostare in zone a rischio fare del rumore
battendo il terreno con i piedi o con un bastone: la vipera fugge sempre quando
percepisce rumori e vibrazioni per lei insoliti.
Non infilate mai le mani in fessure o sotto le rocce per spostarle.
Non andate da soli nei luoghi a rischio.
Se vi imbattete in una vipera, non cercate nella maniera più assoluta di
schiacciarla con i piedi: vi morderebbe sicuramente. Non avvicinatevi mai e, se
proprio non avete altra scelta e siete costretti ad intervenire per
forza, tentate di metterla in fuga usando un lungo bastone o lanciando
dei sassi.
AVERE SEMPRE PRESENTE (anche durante una gita) L’UBICAZIONE
DEL PIÙ VICINO POSTO DI PRONTO SOCCORSO, LA STRADA PER ARRIVARCI ED IL TEMPO
OCCORRENTE.
2.5 dotazione di primo soccorso
- 1 benda alta cm. 7 e lunga mt. 6 (per il bendaggio delle
braccia), 1 benda alta cm. 10 e lunga mt.10 (per il bendaggio delle gambe), 1
cerotto elastico adesivo alto cm. 10 e lungo cm. 50 (tipo Tensoplast), 1
stecca rigida
- un tampone disinfettante
- un piccolo bisturi in confezione sterile (da usare con molta cautela)
- una siringa aspira veleno
Il tutto conservato in una piccola scatola ben chiusa.
3. IN CASO DI MORSO
3.1 riconoscimento del morso di vipera
Esiste la possibilità di essere morsi anche da rettili diversi
dalle vipere, per questo è importante saper riconoscere il morso di
quest’ultima da quello, innocuo (basta disinfettare bene), di altri serpenti.
Il morso della vipera è facilmente riconoscibile perché
lascia sulla cute due buchi distanti fra loro circa 1 centimetro - un
centimetro e mezzo, seguiti da una serie di forellini più piccoli (il disegno è
volutamente schematico con l’intento di evidenziare le differenze macroscopiche
dei due tipi di morsi):
VIPERA
COMUNE SERPENTE
3.2 primo soccorso da effettuarsi
prima possibile e comunque entro mezz’ora dal morso
Una volta accertato che ci si trova davanti ad un morso di
vipera, o comunque anche nei casi dubbi, la prima cosa da fare è rallentare la
diffusione del veleno, quindi:
- Morso agli arti inferiori (gambe):
Applicare una benda larga almeno 10 cm. e lunga circa
10 metri, tirando ed esercitando una discreta pressione. Tale bendaggio va
esteso il più alto possibile e comunque anche al di sotto del punto morsicato.
Per effettuare, infine, una buona immobilizzazione dell'arto, va
applicata e congruamente fissata, una stecca rigida. Se queste due
operazioni sono state correttamente eseguite, la compressione così esercitata
non risulterà fastidiosa per l'infortunato e soprattutto potrà essere
mantenuta in sede per diverse ore. In ogni caso NON DOVRA' ESSERE RIMOSSA
fino a che il paziente non sia giunto al più vicino posto di pronto
soccorso ospedaliero.
- Morso arti superiori (braccia) :
Premessa banale, ma importante: togliere eventuali orologi ed anelli.
Effettuare un bendaggio compressivo ( benda alta 7 cm e lunga 6 metri),
partendo dalla punta della dita della mano, arrivando fino al gomito (purché
non impedisca la circolazione arteriosa: il polso deve essere percettibile); se
si desidera comunque un margine di sicurezza superiore o se il morso è in
prossimità o addirittura al di sopra del gomito, allora è necessario e
consigliabile fasciare l'intero braccio fino alla spalla. Si procederà,
quindi, come per l'arto inferiore, alla completa immobilizzazione con una stecca,
bloccando il braccio al tronco.
- Morso al tronco, al collo, alla testa :
Anche in questo caso (peraltro fortunatamente molto meno frequente) si cerca di
ottenere un ritardo della
diffusione del veleno. E' consigliabile applicare un tampone rigido sopra
la zona morsicata, tenendolo compresso con un cerotto elastico adesivo.
Le operazioni sopra descritte sono sufficienti a limitare la
diffusione del veleno. Comunque, è possibile, se sono presenti persone esperte,
anche:
- utilizzare la siringa per far fuoriuscire il veleno dai due buchi
causati dai denti veleniferi (con molta cautela per non rischiare di ledere
arterie, tendini ecc., incidere con due tagli a X ,con centro il buco del
morso, la parte colpita per facilitare la fuoriuscita del veleno)
NEL FRATTEMPO LA PERSONA COLPITA VA IMMOBILIZZATA,
TRANQUILLIZZATA E TRASPORTATA, POSSIBILMENTE SENZA FARLA CAMMINARE E NEL PIÙ
BREVE TEMPO POSSIBILE AL PIÙ VICINO POSTO DI PRONTO SOCCORSO.
L’IMPORTANTE E’ NON PERDERE TEMPO (ad esempio per
costruire una barella di fortuna o attardandosi nella applicazione del
bendaggio)
E’ utile raccogliere i dati per un’adeguata anamnesi:
identificazione del serpente, o quantomeno lunghezza, grandezza, colorazione,
disegno e comportamento;
3.3 cose da non fare
- NON SUCCHIARE IL VELENO DALLA FERITA CON LA BOCCA (è infatti
molto probabile avere nel cavo orale piccole ferite causate spesso dallo
spazzolino da denti)
- NON SOMMINISTRARE ALCOLICI (hanno effetto depressivo sul sistema nervoso
centrale e vasodilatatore
periferico, facilitando quindi
l’assorbimento del veleno)
- NON AGITARSI O IMPAURIRSI, ma mantenere calma e freddezza nelle
operazioni di soccorso.
- Anche se lo avete, NON SOMMINISTRARE IL SIERO ANTIVIPERA (si corre il rischio
di salvare il malcapitato dal pericolo del veleno della vipera per esporlo al
rischio mortale di una sindrome allergica). Il siero DEVE essere somministrato
SOLTANTO in ospedale o sotto il diretto controllo medico.
- NON DISINFETTARE CON ALCOOL NÉ PRATICARE IMPACCHI DI GHIACCIO
- NON UTILIZZARE IL LACCIO EMOSTATICO (se è troppo stretto ed è tenuto a lungo,
può provocare lesioni da cattiva perfusione sanguigna)